Il mestiere o, se si preferisce, la professione del detective privato da sempre esercita un potere mediatico e fascinatorio anche nei confronti delle giovani generazioni.
Se a ciò si unisce una crisi imperante che avvolge anche molte professioni un tempo ritenute sicure e remunerative (a partire da quelle forensi) e il fatto che il settore risente solo marginalmente degli effetti congiunturali, essendo in fase di rinnovamento ed aggiornamento e beneficiato dall’apertura di nuovi spazi di mercato, si comprende a esempio perché molti atenei attivino corsi di laurea in scienze dell’investigazione che vanno ad affiancare quello più affermato di stanza a Narni e facnte capo all’Università degli Studi di Perugia, ove vi sono oltre 1.000 iscritti.
Il primo ateneo a sposare la “causa investigativa” fu per la verità fu a L’Aquila, ma il danneggiamento delle strutture universitarie a causa degli noti eventi sismici ne ha determinato il successivo declino.
Vi è molto fermento nell’offerta formativa inerente la professione del detective privato, non sempre all’insegna della qualità ma certamente legato ad un interesse marcatamente diffuso ed in crescita verso un ambito professionale ed imprenditoriale in fase espansiva.
Per accedere alla professione di detective privato occorre certamente fare un percorso graduale di inserimento presso un Istituto Investigativo esistente come Collaboratore per le Indagini Preliminari.
Si tratta di veri e propri investigatori che però operano come soggetti dipendenti e coordinati dal titolare della licenza investigativa.
Per diventare invece investigatore privato a tutti gli effetti, aprire una propria agenzia investigativa ed assumere incarichi occorre avere alcuni requisiti previsti dalla legge ovvero aver lavorato per almeno tre anni alle dipendenze di un’agenzia o aver conseguito un titolo di laurea in uno degli indirizzi previsti dalla normativa vigente.
Ma al di là degli aspetti meramente tecnici e formali fare il detective privato rappresenta una opportunità lavorativa stimolante e certamente atipica.
Oggi un detective può operare in vari ambiti investigativi, da quello privato (civile e penale) a quello assicurativo ed aziendale.
Può eseguire investigazioni in senso stretto, ovvero eseguire appostamenti e pedinamenti, con l’ausilio di dispositivi elettronici quali fotocamere, videocamere, registratori e tracciatori GPS, oppure come operatore antitaccheggio (all’interno dei centri commerciali per verificare le differenze inventariali) od ancora come informatore commerciali, redigendo report finalizzati a determinare la solvibilità creditizia o la capienza patrimoniale delle imprese interessate.
Nello svolgimento delle attività investigative spesso il detective è chiamato ad avere conoscenze giuridiche di base e a monitorare con costanza la giurisprudenza settoriale in rapida evoluzione.
Lo stesso DM 269/20010 che ha rivoluzionato il comparto prevede corsi di aggiornamento professionale obbligatori per gli investigatori privati titolari di licenza.
Un detective privato si occupa per antonomasia di tematiche delicate ingerenti sovente i dati sensibili e la privacy dei soggetti investigati; per tale ragione il Legislatore ha avvertito la necessità di disciplinarne il qualche modo il codice etico/deontologico.
Infatti l’Autorità Garante per il trattamento dei dati personali ha pubblicato il Codice di Deontologia e buona condotta per le indagini difensive che si va ad affiancare, e a fare in qualche modo da riferimento, per i vari codici deontologici pubblicati dalle associazioni di categoria.
Tra i doveri del detective privato rientrano quelli del segreto professionale, della trasparenza e del conflitto di interessi.