Parete divisoria da ufficio: privacy anche negli open space

Se condividere un ufficio open space con altre persone, una parete divisoria può dare la giusta privacy. La parete divisoria può conferire moltissimi vantaggi e non solo quello funzionale della creazione di differenti ambienti di lavoro. Si tratta infatti anche di un complemento d’arredo.  Già perché la parete divisoria si può trovare sul mercato in diversi modelli e può ricoprire, a seconda della scelta che si fa, diverse funzioni: può integrare armadi, librerie, archivi etc…

Parete divisoria: tipi e guida alla scelta

Le pareti divisorie possono essere divise in due grandi macrocategorie: pareti divisorie attrezzate e pareti divisorie strutturali.  

  • Le pareti divisorie attrezzate sono create appositamente non solo per dividere, ma anche per essere funzionali al lavoro d’ufficio. Sul mercato è possibile trovare pareti attrezzate con fresature portaoggetti, come mensole, ma anche portariviste o brochure su entrambi i lati. Esse sono molto utili anche per quegli ambienti non troppo ampi dove è fondamentale recuperare spazio. Inoltre è possibile acquistare anche pareti divisorie magnetiche sulle quali è possibile attaccare note, appunti, comunicazioni importanti con i magneti.
  • Le pareti divisorie strutturali invece possono essere di diversi materiali, non solo in metallo e forex bianco o nero, ma anche in vetro o legno. In particolare le pareti in vetro conferiscono luminosità all’ambiente in cui sono inserite; pur infatti dividendo lo spazio in molti spazi più piccoli non trasmettono un senso di angustia e ristrettezza, ma al contrario di estrema leggerezza. Ancora le pareti in vetro possono anche essere decorate con pellicole, in modo che il proprio spazio di lavoro possa essere personalizzato. Le pareti strutturali rispetto ad altre sono molto più resistenti come dice la parola stessa, esse infatti sono come delle vere e proprie pareti dalla struttura più complessa conferendo all’ambiente funzionalità  esoddisfacendo le esigenze più disparate.

 

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